Fusco et in Roma antiqua.

Il cognome Fusco ha origini molto antiche tanto che già nell'antica Roma era documentato l'uso del cognomen "Fuscus" a sua volta originato dal latino Fuscus, con significato di persona "di carattere ombroso". In epoca medioevale le prime tracce araldiche del cognome si trovano nell'opera "Codice Diplomatico della Lombardia", in un atto di un notaio "Fuscus" risalente al 1145 d.C. La Famiglia Fusco si affermò come casata nobile della Campania e fu decorata della regia familiarità nel 1536 e poi del titolo di Duca. A partire dal 1700 sono censiti con numerosi vescovi discendenti oltre ad un beato di Pagani (SA), "Tommaso Maria Fusco" proclamato da Giovanni Paolo II solo nel 2001. Fra i personaggi noti nella Storia possiamo trovare:

Antica Roma

I Fuscus erano
Gladiatori, Cursor, Poeti, Politici, Cansoli, Generali,
  • Cornelio Fusco
    March 26, 2019

    (in latino Cornelius Fuscus; ... – 86) è stato un politico e Generale dell'Impero romano.


    Biografia

    Cornelio Fusco fu un Cavaliere e Prefetto del Pretorio durante il principato di Domiziano, dall'81 all'86, quando trovò la morte in battaglia. Prima di divenire prefetto del Pretorio, Fusco servì Tito Flavio Vespasiano durante la guerra civile del 69 nell'anno dei quattro imperatori, tanto da essere posto a capo della flotta di Ravenna in qualità di praefectus classis Ravennatis.[1] Come premio per la sua fedeltà verso i Flavi, Fusco venne ricompensato durante i regni di Vespasiano, Tito e Domiziano. L'ultimo lo elesse appunto prefetto del pretorio lo stesso anno in cui salì al potere. Nell'85 i Daci, guidati dal re Decebalo, invasero la provincia romana della Mesia. In risposta l'imperatore Domiziano condusse contro gli stessi una serie di campagne in Dacia. La prima campagna fu affidata a Cornelio Fusco, il quale si inoltrò nella regione, passando probabilmente per l'attuale Teregova o per Berzobis, a capo di un esercito romano comprendente le coorti pretorie e cinque legioni oltre ad un buon numero di unità ausiliarie, ma venne sconfitto forse non molto distante dalla capitale dei Daci, Sarmizegetusa Regia. Fusco rimase ucciso e le legioni riuscirono a stento a far ritorno in territorio romano con gravissime perdite. Sembra che nel corso di questa battaglia, l'esercito romano abbia perso un'insegna, senza sapere se fosse stata di una legione o della guardia pretoriana. Nel primo caso, è probabile che si trattasse della Legio V Alaudae, che potrebbe essere stata annientata in quest'occasione (o forse pochi anni più tardi nel 92 ad opera dei Sarmati Iazigi).


    Note

    [01] Tacito, Historiae, III, 12.

    Note di Ricerca

    [01] Barbara Levick, Vespasian, Londra e New York 1999. ISBN 0-415-16618-7.

    [02] Pat Southern, Domitian, tragic tyrant, Londra e New York 1997. ISBN 0-415-16525-3.

    [03] Brian W.Jones, The emperor Domitian, Londra e New York 1993. ISBN 0-415-10195-6.

    Note Storiche

    Cornelio Fusco fu un Generale Romano sotto gli Imperatori della dinastia Flavia. Poco si sa della sua vita prima della guerra civile del 69. Tacito riferisce che Cornelio era di famiglia aristocratica, ma rinunciò a una carriera senatoriale a favore di una vita di "riposo calmo" come un eques (cavaliere). Nel 68 d.c. Gaius Julius Vindex, il governatore della Gallia Lugdunensi (Francia), si era ribellato alle politiche fiscali troppo severe dell'imperatore Nerone. Vindex aveva quindi invitato Galba, il governatore di Hispania Tarraconensis, a dichiararsi Imperatore al posto di Nerone. Galba era uno dei più antichi generali di Roma, dotato di prestigio e di consenso politico. Nerone inviò il governatore della Germania Superiore, Virginius Rufo in Gallia, che sconfisse Vindex vicino a Vesontio. Galba fu dichiarato un nemico pubblico e la sua legione fu confinata nella città di Clunia, ma diverse legioni stavano passando dalla parte di Galba. Entro il 68 giugno, il Senato aveva votato Galba Imperatore e dichiarato Nerone un nemico pubblico. Ninfiso Sabino, prefetto della Guardia Pretoriana, corruppe i suoi soldati per abbandonare il loro Imperatore. Il 9 giugno 68, Nerone si suicidò e con lui la dinastia Julio-Claudia finì. Molte province però non volevano accettare Galba come successore, mentre Cornelio Fusco gli diede il suo sostegno e per questo venne ricompensato con la procura di Illirico (Illyria / Dalmazia e Pannonia). Intanto legioni in Germania e la Guardia Pretoria a Roma, si ribellarono. Il 15 gennaio 68, Galba fu assassinato e sostituito da Otho, governatore di Lusitania, che venne però rapidamente sconfitto e ucciso dagli eserciti di Vitellio, governatore della Germania. Subito dopo, Tito Flavio Vespasiano, un generale di stanza in Giudea, dichiarò guerra a Vitellio. Vespasiano unì le forze con il governatore della Siria, Gaio Licinio Mucianus, che avrebbe condotto la guerra contro Vitellio, mentre Vespasiano si recò in Egitto per assicurare la fornitura di grano a Roma. Non molto tempo dopo, le province dell'Illirico, della Pannonia e della Dalmazia passarono dalla parte dei Flavi, su istigazione di Marco Antonio Primus e Cornelio Fusco. Secondo Tacito, Fusco era impaziente di combattere: "Abbracciando la causa di Vespasiano, prestò al movimento lo stimolo di uno zelo ardente. Trovando il suo piacere non tanto nelle ricompense del pericolo come nel pericolo stesso, al possesso assicurato e acquisito da lungo tempo, preferiva la novità, l'incertezza e il rischio". Cornelio si distinse come uno dei più ardenti sostenitori di Vespasiano, di cui aveva un'autentica venerazione, durante la guerra civile del 69 d.c., l' "Anno dei Quattro Imperatori". Antonio Primo e Fusco abbandonarono Vitellio e guidarono le legioni di Danubio di Vespasiano nell'invasione dell'Italia. Fuscus guidò la Legio V Alaudae in guerra e fu nominato comandante della flotta di Ravenna quando si rivolse a Vespasiano. Fuscus guidò l'Alaudae nella Seconda Battaglia di Bedriaco e aiutò le legioni sull'ala sinistra, e comandò la legione durante la conquista di Roma. Vespasiano unì le forze con il governatore della Siria, Gaio Licinio Mucianus, che avrebbe condotto la guerra contro Vitellio, mentre Vespasiano si recò in Egitto per assicurare la fornitura di grano a Roma. Non molto tempo dopo, le province dell'Illirico, della Pannonia e della Dalmazia passarono dalla parte dei Flavi, su istigazione di Marco Antonio Primus e Cornelio Fusco. Secondo Tacito, Fusco era impaziente di combattere: "Abbracciando la causa di Vespasiano, prestò al movimento lo stimolo di uno zelo ardente. Trovando il suo piacere non tanto nelle ricompense del pericolo come nel pericolo stesso, al possesso assicurato e acquisito da lungo tempo, preferiva la novità, l'incertezza e il rischio". Eletto al trono Domiziano (51 - 96 d.c.), Fusco servì come prefetto della guardia del corpo imperiale, ovvero come Guardia Pretoriana dall'81 fino alla sua morte. Intorno all'84 o all'85 i Daci, guidati dal re Decebalo (87-106 d.c), traversarono il Danubio nella provincia della Moesia (Serbia centrale, Kosovo e nord della Macedonia per la la Moesia Superiore, e Bulgaria settentrionale e Dobrudja rumena per la Moesia Inferiore), devastando territori e gente e uccidendo il governatore moese Gaio Oppio Sabino. Decebalo, provò a trattare con Domiziano, promettendogli la pace; ma Domiziano inviò Fuscus contro di lui con un grande esercito. Venuto a conoscenza di questo Decebalo, gli mandò di nuovo un'ambasciata con la proposta offensiva di fare pace, a condizione che ogni romano dovesse versare due oboli per Decebalo ogni anno; altrimenti, dichiarò, avrebbe fatto la guerra e avrebbe inflitto grandi mali ai Romani.Allora Domiziano inviò Cornelio Fusco nella regione con cinque legioni. Sebbene Fuscus abbia avuto inizialmente successo nel condurre gli invasori oltre il confine, il prefetto subì una sconfitta quando fu attaccato con la Legio V Alaudae durante una spedizione in Dacia, nella Prima Battaglia di Tapae. Fuscus tentò di radunare i suoi uomini per organizzare una resistenza, ma senza successo. L'intera legione fu annientata e Fuscus si suicidò, nell'86 d.c., per non cadere nelle mani nemiche. Le coorti pretoriane sarebbero state restaurate, ma la quinta Alaudae non fu mai riformata.


    BIBLIO

    [01] Cassius Dio - libro di storia romana.
    [02] Svetonio - Le vite dei cesari, Vita di Domiziano.
    [03] Tacito - Le storie.